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Ing.Boldoni: “Nemmeno le nuove generazioni vedranno il nuovo stadio”

L’ Ing. Dario Boldoni, dirigente del Napoli dell’era Ferlaino, ha parlato ai microfoni di Radio Marte sulla questione stadio.

 

“Io sulla base della mia esperienza non credo nell’ipotesi dello stadio da 20.000 posti, anche l’episodio delle Olimpiadi di Roma deve far riflettere. Quella degli stadi bomboniera è un’esperienza finita, per fortuna. Oggi è necessario dialogare con le amministrazioni e con il territorio. Lo sport può continuare a vivere se è uno sport sociale, aperto a tutti. Se vedete gli stadi della Serie B e della Serie A, c’è un crollo vertiginoso. I soldi per andare nella bomobniera e sfruttarne i servizi non ci sono, la funzione sociale dello sport non va assolutamente dimenticata: non si deve escludere una larghissima fascia di persone dalla spettacolo sportivo, non è giusto nè economicamente avveduto. Più lo sport si apre al sociale e al territorio, più può vivere, sennò anche il calcio è destinato piano piano se non a scomparire, a ridimensionarsi.

La prima candidatura fu quella per gli Europei che si sono poi fatti in Ucraina, c’era la Iervolino e lo stadio si immaginava nella zona Nord di Napoli. Il numero degli spettatori si aggirava attorno ai 40, 45 mila e fui criticatissimo anche dall’attuale presidente che disse che a Napoli ci voleva uno stadio da 100.000 posti. Erano altri tempi, che evidentemente sono cambiati. Ne riparlammo per gli Europei che si sono poi svolti in Francia e si parlava di un rifacimento del San Paolo.

Nè io, che sono più vecchiarello, nè i più giovani, secondo me, vedremo il nuovo stadio”.

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