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Napoli primo in classifica: che senso ha parlare di mercato in questo periodo?

La stagione entra nel momento decisivo per l’assegnazione dei vari titoli, ma c’è chi preferisce parlare di quanto potrebbe succedere a giugno.  La sessione invernale di calciomercato si è chiusa alle ore 23 del giorno 1 febbraio. A partire dalle 23:01 di quel giorno, ogni allenatore ha programmato come finire la stagione nel migliore dei modi con i calciatori che ha nella rosa attuale. Fino al prossimo mese di giugno non c’è spazio per nessuna new-entry, nessun rinforzo. Quindi che senso ha parlare da qui fino a maggio di calciomercato?

Che senso ha parlare di trattative di mercato, se le società non sanno neanche quali possibili introiti potrebbero incassare dalle competizioni alle quali prenderanno parte la prossima stagione? 

Che senso ha parlare di calciomercato se agenti e calciatori, che hanno sempre l’ambizione di giocare in campionati importanti e soprattutto in Champions League, non conoscono il destino del club che ipoteticamente potrebbe essere interessato a questo o quel giocatore? 

Che senso ha parlare di calciomercato se ancora non si hanno totali certezze su chi saranno gli allenatori delle squadre la prossima stagione?

Che senso ha dire ai tifosi che la prossima stagione potrebbe arrivare questo o quell’altro, se per vincere il campionato in corso dovranno tifare per i calciatori che attualmente indossano la maglia a loro cara?

Soprattutto che senso ha minare la serenità di un calciatore impegnato con la propria squadra per raggiungere un traguardo importante?

In questo periodo solo chi è costretto a mascherare i propri fallimenti, potrebbe (ma neanche) essere giustificato a parlare di mercato.

Ma chi sta al primo posto in classifica tutto serve, tranne che certe voci (e sottolineo voci) che potrebbero avere solo un effetto destabilizzante.

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