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Omar Daffe: “Italia non razzista”. De Siervo lo prende come esempio

omar daffe agazzanese

A Punto Nuovo Sport Show è intervenuto Omar Daffe, portiere dell’Agazzanese, che ha subito insulti razzisti e lasciato il campo; l’ad della Lega lo indica come esempio.

La vicenda che riguarda Omar Daffe, che ha lasciato il campo dopo gli insulti razzisti che ha ricevuto, è stato l’oggetto principale della discussione a Punto Nuovo Sport Show. Sia il portiere dell’Agazzanese, protagonista della vicenda, che l’ad della Lega De Siervo ne hanno parlato.

Omar Daffe ha spiegato nel dettaglio cosa è successo in campo; l’ad della Lega lo indica come esempio per il fatto che tutti si stanno muovendo per trovare una soluzione al problema del razzismo. Di seguito le loro parole:

Montano Omar Daffe

“Domenica scorsa al 26′, un giocatore della squadra avversaria, mi ha apostrofato nell’arco di 2′ con ‘negro di merda’ quattro volte. Io mi sono girato e gli ho detto ‘sì, sono io’, sono per la non violenza, ma alla quarta volta, speravo che qualcuno facesse qualcosa: l’arbitro ha scritto sul referto del tifoso, ma non ha sospeso la partita.

Ho avuto una giornata di squalifica perché sono andato via, da regolamento. Per la società, città e compagni questi sono i tre punti persi migliori. Sono in Italia perché quella dei portieri è la più valida del mondo, tifo Italia, la mia compagna è napoletana ed i miei figli sono italiani.

Italia Paese razzista? Non è così, c’è una minoranza che deve essere isolata. Vivo lo stesso clima di prima, ma più esasperante. Ho un pezzo del mio cuore a Napoli”.

Luigi De Siervo

“Questa storia ci lascia con l’amaro in bocca, il calcio in queste occasioni non risponde come tutti vorremmo. Dall’altra parte c’è un regolamento, quindi da questo punto di vista, stiamo cercando tutti insieme di dare il buon esempio e demonizzare questi coglioni che sono su tutti gli stadi, in qualsiasi categoria.

Vogliamo tirarli fuori tutti e stiamo lavorando in queste ore proprio per questo. Le parole sono belle, ma vogliamo fare i fatti. Credo che questo sia un fenomeno sempre esistito: oggi per fortuna tutti, anche grazie ad Omar, siamo qui per trovare una soluzione, tutti insieme: atleti, giornalisti e la stessa Lega Serie A.

Ieri è stata firmata una lettera da tutte le squadre di Serie A, voglio restituire a questo Paese lo spettacolo che merita. Siamo finiti due volte in due mesi sul New York Times non per il calcio, ma per il razzismo. Se non lo debelliamo, porterà un danno anche economico a tutto il sistema. Omar volto al razzismo? Molto volentieri.”

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