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Serie A, rinviata ancora la decisione sui fondi

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Si è da poco conclusa, con una fumata grigia, l’assemblea della Lega Serie A, per discutere la bozza di accordo con la cordata Cvc, Advent e Fsi.

 

Secondo quanto appreso da milanofinanza.it, l’assemblea di Lega ha deciso di rinviare ancora una volta il voto dei presidenti sulla bozza di accordo con la cordata Cvc, Advent e Fsi. Troppe le resistenze all’offerta dei fondi, che stamattina avevano provato in extremis a convincere i club recalcitranti proponendo un anticipo da 250 milioni di euro. Il rilancio dell’ultima ora non è bastato e quindi servirà ancora tempo per trovare un’intesa che appare ogni giorno più lontana. Una nuova assemblea è in programma giovedì prossimo: arriverà nel frattempo un altro rilancio dai fondi oppure dopo quasi un anno il tempo delle trattative è esaurito?

Nei giorni scorsi si è rinfoltita la schiera dei contrari e degli indecisi, fra cui figurerebbero da ultimo anche Juventus e Inter. I punti di attrito non sono pochi.Per alcuni club gli 1,7 miliardi messi sul piatto da Cvc, Advent e Fsi per il 10% della media company non sarebbero sufficienti e sottovaluterebbero il valore dei diritti tv del massimo campionato italiano. Grazie alla loro quota nella media company, è il calcolo dei contrari, i fondi potrebbero incassare in base al piano industriale oltre 1,1 miliardi in 8 anni a cui si sommerebbe una performance fee da 150 milioni o un bonus performance fino a 595 milioni al momento dell’exit totale o parziale. Cedendo la quota ad altri fondi o in borsa, poi, Cvc, Advent e Fsi otterrebbero per il 10% della media company una cifra verosimilmente superiore agli 1,7 miliardi pagati oggi in un momento quantomai difficile per le casse dei club di Serie A, incassando una lauta plusvalenza.

Per altri club sono, invece, inaccettabili i penetranti poteri di governance riconosciuti ai fondi nella gestione sia commerciale sia sportiva. In particolare, la cosiddetta clausola Superlega, ribattezzata “modifica sportiva rilevante”, contiene un forte disincentivo a qualsiasi modifica del format sportivo al di là di quelle contemplate esplicitamente nella bozza di accordo (riduzione del campionato a 18 squadre e parziale riforma della Champions League). Infine, ci sono le perplessità sulla tenuta giuridica dell’accordo con i fondi, in particolare per quanto riguarda la conformità al dettato della Legge Melandri che assegna alla Lega Serie A competenza esclusiva in materia di esercizio dei diritti televisivi.

Fonte: milanofinanza.it

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