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Callejon non lascia, ma raddoppia: dal sicuro addio alla gioia di restare

Dopo le voci di mercato e la presunta inconciliabilità con il calcio di Ancelotti, José Maria Callejon si conferma uno dei punti fermi del Napoli.

 

 

Certi amori non finiscono, cantava qualcuno, fanno giri immensi e poi ritornano. Sì, probabilmente è vero…ma ci sono amori che non finiscono semplicemente perché restano lì, anche quando sembra tutto andare male, quando tutto lascia presagire un addio che si fa, giorno dopo giorno, quasi inevitabile. E così, José Maria Callejon, come ha sempre fatto, non ha altro modo per dimostrarlo se non con i fatti: Napoli-Carpi, prima vera amichevole del nuovo corso. José ha la febbre. Per carità, legittimo, come legittime possono essere state le voci: non vuole giocare, cambia il modulo, non serve ad Ancelotti, Suso, Di Maria, vento, vino, trallallà. Poi accade che il mister si gira perché qualcuno gli parla, si guardano, segno di assenso. José entra nel secondo tempo in un ruolo non suo, in uno schema che deve ancora interiorizzare, con la febbre, segna un gol con un pallonetto geniale e mette a referto due assist, mostrando quella qualità e capacità di inserimento che ha fatto letteralmente innamorare gli appassionati di calcio negli anni sarriani.

E proprio all’inizio dell’era Sarri bisogna tornare per capire con chi abbiamo a che fare. Arrivato con Benitez tra lo scetticismo generale, 20 gol nella prima stagione, così come aveva predetto mister Rafa. Poi arriva Sarri e già tutti a scrivere il necrologio di Calleti, ritenuto inadatto al gioco di Maurizio. Penso sia inutile rimarcare quanto sia stato letteralmente insostituibile nei tre anni di Sarrismo. Scaricare Callejon pare sia lo sport preferito dell’estate afosa di mercato, quando il sole batte forte in testa e spesso ci si dimentica di fare i ragionamenti più semplici. E quindi è arrivato Verdi, gli esterni si dovranno accentrare, e magari Mertens torna dietro le punte, ad Ancelotti piace Suso, Di Maria è la risposta alla Juventus. No. Per niente. A destra continua a correre, a disegnare calcio, a gestire le partite con la sua innata classe José Maria Callejon.

Perché mentre tutti si interrogavano sul suo futuro, tra scambi con il Milan e suggestioni straniere, il nostro spendeva 3000 euro per un cena con la moglie e l’amico Arbeloa. Un ristorante ipertecnologico per mostrare a tutti la sua tranquillità, la sua voglia di divertirsi, quasi come se sapesse che alla fine sarebbe andato tutto bene, tutto a posto…tutto come sempre. In barba alla febbre, in barba alle voci, in barba a tutto. Perché Callejon il Napoli non lo lascia…anzi, raddoppia.

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