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Napoli, la sfortuna non può essere un alibi ma è senz’altro un fattore determinante

Manolas Koulibaly

La stagione altalenante del Napoli è stata senza alcun dubbio accompagnata da una buona dose di sfortuna.

 

La straordinaria partenza in campionato con i 12 gol in 3 partite tra Parma, Genoa e Atalanta con un Osimhen devastante e un Napoli strepitoso sembrano ormai un ricordo lontano.

Le sconfitte in campionato adesso sono 7, tante, troppe. Ma oltre ai vari fattori tecnici e mentali va almeno presa in considerazione l’incredibile sfortuna che da inizio anno perseguita gli azzurri.

Gattuso aveva in mente un Napoli completamente diverso da quello che stiamo vedendo nelle ultime gare, e l’inizio di campionato di cui abbiamo parlato sopra ne è l’esempio palese.

L’infortunio di Osimhen seguito dal Covid e il non aver praticamente mai avuto a disposizione Mertens ha letteralmente stravolto i piani del tecnico azzurro.

Mesi interi senza le due principali punte centrali dovendo affidarsi solo ed esclusivamente a Petagna che, per quanto il suo lavora possa essere stato egregio, era ed è ancora la terza scelta tra le punte azzurre.

E adesso? Quando sembrava che tutti stessero, pian piano recuperando dagli infortuni e dalle rogne post Covid, ecco che arrivano altre brutte notizie: tampone positivo per Koulibaly seguito a ruota dall’infortunio serio di Manolas che lo terrà lontano dai campi per almeno un mese. Il Napoli dovrà quindi, dopo aver fatto a meno delle due punte centrali per gran parte del girone d’andata, affrontare un ciclo infernale di partite senza la coppia centrale titolare.

Certo, la sfortuna non può e non deve essere un alibi per le prestazioni totalmente negative viste negli ultimi giorni ma a questo punto diventa un fattore non più di secondo piano.

 

 

 

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