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Tatticamente parlando: Napoli-Sassuolo 3-1

Analizziamo insieme le mosse di Sarri e Bucchi nella partita vinta dagli azzurri al San Paolo.

 

 

Il Napoli ha battuto 3-1 il Sassuolo al termine di una partita dominata nel gioco e nei numeri, che ha visto però la squadra di Sarri cadere nel vecchio errore di isolarsi in alcuni momenti dalla gara e commettere (pochi) errori marchiani che i neroverdi non sempre sono riusciti a sfruttare.

Sarri propone un gioco in tutto e per tutto simile a quello già visto a Genova, con Insigne ad accentrarsi più spesso, tanto da sembrare quasi un trequartista centrale alle spalle di Mertens, per lasciare spazio alle discese di Ghoulam sulla sinistra. Quando invece il gioco si sviluppa proprio dai piedi di Insigne, allora è Callejon deputato a cercare il taglio in area di rigore. Uniche novità di formazione rispetto agli undici titolarissimi, Maggio in luogo di Hysaj e Chiriches a dare fiato a Koulibaly (per la prima volta in questo campionato).

Il Sassuolo inizia giocando con la difesa molto alta, addirittura quasi sulla linea del centrocampo. La squadra di Bucchi è in emergenza infortuni, punta quindi sulla pressione alta che in certi momenti della gara è davvero eseguita alla perfezione, come al 40′, quando viene su molto bene e molto alto, costringendo Reina a forzare la giocata e trovando il gol del pareggio. Ma a parte questi rari e radi episodi il Napoli ha tenuto il campo come suo solito, mostrando ancora una volta un gioco che non ha eguali, ma anche una forma di distrazione che permette a Sarri di continuare a lavorare per migliorare questa squadra. La propensione in avanti e la capacità di controllo e scambio del pallone degli azzurri ha costretto Bucchi in fase di non possesso a schierare la squadra con un 4-5-1 e a fine gara, il baricentro del Napoli sarà stato, di media, ben oltre la metà campo: 55 metri, a fronte dei 44 del Sassuolo.

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