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Un anno senza Marek: chi ne ha raccolto il testimone?

zielinski hamsik
2 Febbraio 2019. A un quarto d’ora dalla fine del match con la Sampdoria, dopo l’ennesima prestazione da incorniciare, Marek Hamsik viene sostituito da mister Ancelotti. Esce tra gli applausi dei tifosi azzurri, ancora ignari di aver appena assistito all’ultima uscita del centrocampista slovacco con la maglia del Napoli.

Di lì a poco infatti Marek sarebbe stato ceduto ai cinesi del Dalian. Lì ha ritrovato il tecnico spagnolo Rafa Benitez, che lo ha allenato dal 2013 al 2015. 3 Febbraio 2020.

Il Napoli, reduce dai successi contro Lazio in coppa italia e Juventus in campionato, giunti però al termine di una lunghissima crisi, va a far visita proprio alla Sampdoria.

E’ dunque trascorso un anno dall’addio di Hamsik, ma sembra passata un’eternità. L‘avversario da affrontare è curiosamente lo stesso di 12 mesi fa, ma moltissime cose sono cambiate.

Il Napoli, che sembrava essere in ottime mani sotto la guida esperta e navigata di Carlo Ancelotti, è passato in poco tempo dall’essere il principale antagonista della Juventus all’occupare il lato destro della classifica.

Lacerato da conflitti interni ed attanagliato da una carenza di gioco e risultati che ha costretto la società ad esonerare Ancelotti . Si è cosi affidata a un ex fedelissimo di Carletto in campo, ovvero Rino Gattuso.

 

Impossibile non associare, almeno in parte, il rapido declino della compagine azzurra alle difficoltà incontrate dal club nel colmare il vuoto lasciato dall’ormai ex capitano, sia sotto il profilo tecnico che umano.
Probabilmente un addio di tale portata è stato sottovalutato. Se l’agente di Hamsik, Martin Petras, in occasione del ritorno di Marek a Napoli lo scorso Dicembre per salutare i suoi ex tifosi nell’intervallo del match di Champions League contro il Genk, è arrivato a dichiarare che “Hamsik voleva provare questa esperienza, ma mi ha sorpreso il fatto che abbiano dato l’ok senza nemmeno pensarci: dissi che si sarebbero resi conto più avanti di cosa hanno perso“.
Del resto il percorso compiuto da Marek con il Napoli è stato semplicemente straordinario. Neanche i numeri sono in grado di descriverlo a pieno, anche se aiutano.
In 11 stagioni e mezza trascorse all’ombra del Vesuvio Hamsik ha battuto sia il record di presenze di Beppe Bruscolotti, collezionandone 520. Poi anche quello di gol, realizzandone 121 e detronizzando nientemeno che Diego Armando Maradona; cifre ancora più impressionanti considerando il fatto che non parliamo di un centravanti, ma di un centrocampista.

Il caso ha voluto che sia la prima rete in serie A, realizzata il 16 Settembre del 2007, che quella che gli ha consentito di battere il record di Diego 10 anni dopo (era il 23 Dicembre 2017), Marek le abbia segnate proprio alla Sampdoria. Un avversario con il quale ha chiuso la propria esperienza napoletana.

Risultato immagini per hamsik gol sampdoria
In mezzo Hamsik ha messo a segno moltissimi gol “pesanti”. Ha smentito con i fatti coloro i quali lo hanno spesso accusato di non riuscire ad incidere nei match importanti.
Basti pensare alle tante reti segnate contro la Juventus (su tutte la doppietta realizzata all’Olimpico di Torino il 31 Ottobre 2009, nell’indimenticabile rimonta da 2-0 a 2-3, e il gol del 2-0 che chiuse la finale di Coppa Italia del 20 Maggio 2012). Oppure ai gol in Champions League contro il Villareal in Spagna l’8 Dicembre 2012 e contro il Besiktas a Istanbul il 1 Novembre 2016. Entrambi risultati decisivi per il passaggio agli ottavi di finale.

Non era difficile prevedere, insomma, che quella di Hamsik fosse un’eredita difficile da raccogliere. Dal punto di vista tecnico, eppure il club era convinto di avere individuato gli uomini giusti, puntando sulla consacrazione ad alti livelli di Piotr Zielinski (che ha potuto apprendere tanto da Hamsik, essendone stato compagno di reparto per due anni e mezzo), soprattutto sull’esplosione di Fabiàn Ruiz, che lo scorso anno aveva regalato prestazioni in continuo crescendo, fino a risultare la stella più brillante dell’europeo Under 21 disputato proprio in Italia.

Purtroppo entrambi hanno deluso le attese.

Zielinski si è dimostrato incapace di mostrare con continuità le accelerazioni e le giocate di qualità che ne hanno caratterizzato le prestazioni più convincenti.
Fabian, forse condizionato da insistenti voci su presunte offerte arrivate da Barcellona e Real Madrid, e sicuramente a disagio nel ruolo di regista. Ha fornito una serie di prove ampiamente al di sotto delle proprie possibilità.

Inoltre nessuno dei due è riuscito, soprattutto in questa stagione, a garantire un contributo adeguato in fase realizzativa, dimostrando quanto fosse preziosa la presenza in rosa di un centrocampista così abile negli inserimenti in area avversaria da riuscire a terminare quasi tutti i campionati in doppia cifra, come ha fatto Marek nel Napoli.

Altrettanto grave è stato l’errore commesso nel sottovalutare il vuoto lasciato dall’ex capitano nello spogliatoio.
Non tanto dal punto di vista della leadership (più pesanti in tal senso gli addii, negli ultimi due anni, di personalità del calibro di Pepe Reina e Raul Albiol), bensì per la capacità di indossare una fascia così importante. Indossarla  con l’innata classe e con l’impeccabile comportamento che lo hanno sempre contraddistinto, rendendolo un esempio da seguire per tutti i compagni.
Il neo-capitano Lorenzo Insigne, forse schiacciato dal peso di questo ruolo unito alla severità che i tifosi napoletani riservano sempre ai loro conterranei, non è riuscito a guidare i compagni con l’autorevolezza necessaria. Né sul finale della scorsa stagione, nè in questi primi mesi di campionato, almeno fino alla sosta natalizia.
Non sono stati particolarmente d’aiuto ad Insigne gli altri senatori come Mertens, Callejon, Allan e
Koulibaly, chissà quanto distratti da rinnovi contrattuali complicati e sirene di mercato.

Fortunatamente la società sembra aver preso atto della necessità di aprire un nuovo ciclo. E’ corsa ai ripari nel mercato di Gennaio, con una serie di acquisti utili sia nell’immediato che per la prossima stagione.

La speranza è una. Che a livello tecnico-tattico l’arrivo di due giocatori abili ad agire come “vertice basso”, come Demme e Lobotka, restituisca equilibrio al centrocampo azzurro.
Consenta a Zielinski e Fabian, riportati nel ruolo a loro più congeniale di mezzali, di essere più incisivi nella metà campo avversaria e soprattutto in zona gol.
Nelle ultime settimane sono arrivati anche confortanti segnali di riscossa da Lorenzo Insigne, che sembra aver instaurato con Gattuso quel feeling mai sbocciato con Ancelotti.
Il numero 24 azzurro, con una serie di prestazioni encomiabili per abnegazione ed impreziosite da giocate di qualità e gol d’autore come quelli segnati a Lazio e Juventus, sta finalmente dimostrando di poter essere il capitano.

La guida di cui i suoi compagni hanno bisogno. Aiutato” in tal senso da un Kostas Manolas apparso in notevole crescita sia in termini di rendimento che di leadership.

Se dunque la fascia di capitano ha forse (ri)trovato un legittimo proprietario, non sembra azzardato asserire che un anno dopo aver salutato Marek Hamsik, individuare chi sarà in grado di raccoglierne il testimone in campo appare un rebus ben lungi dall’essere risolto.
Di Jacques Pardi. 
Foto fonte SSC Napoli.

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