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FIGC, la rielezione di Tavecchio e quella sensazione di “Fiera del baratto e dell’usato”

Lo scorso 5 marzo all’Hotel Hilton Airport Fiumicino il 73enne comasco Carlo Tavecchio, alla terza votazione è stato rieletto presidente della FIGC.

Per lui il 54,03% dei voti conto il 45,97% del suo sfidante Andrea Abodi. Quando è stato eletto per il suo primo mandato l’11 agosto del 2014 Tavecchio ha ottenuto il 63,63% dei voti battendo l’avversario di allora Demetrio Albertini.

Quindi il calcio italiano tra la sorpresa generale ha scelto la via della continuità. Non hanno quindi influito sulla votazione la mancata riforma dei campionati, la mancata crescita economica e d’immagine del prodotto calcio-italiano, le uscite poco diplomatiche del presidente FIGC Tavecchio su neri e banane, lesbiche e calcio femminile e l’inibizione di sei mesi inflitta a Tavecchio dall’UEFA. Senza dimenticare la manifestata preferenza di vedere in Champions League il Milan e la sua Inter piuttosto che il Napoli, la Roma o le altre squadre che pur fanno parte del calcio italiano che Tavecchio dovrebbe rappresentare nella sua totalità.

In base alle dichiarazioni di voto dei rappresentanti di Leghe e associazioni, si può dedurre che per Tavecchio abbiano votato gran parte dei club di Serie A, alcuni club di Serie B capitanati da Lotito fedelissimo di Tavecchio, la Lega Nazionale Dilettanti, l’associazione degli allenatori guidata da Ulivieri e quella degli arbitri guidata da Nicchi.

Non sono pochi gli analisti esperti delle dinamiche della Federcalcio che avvertono un clima da “Fiera del baratto e dell’usato” intorno alla conferma di Tavecchio

Il mistero più grande sembra essere il cambio di atteggiamento di Agnelli, passato da feroce oppositore a sostenitore del neo rieletto presidente. C’è chi identifica tra i motivi del cambiamento la necessità della Juventus di trovare un accordo con la FIGC sul contenzioso di diverse centinaia di  milioni di euro e di due scudetti revocati per la vicenda Calciopoli. Così come potrebbero aver addolcito Agnelli il ritorno della Nazionale allo Juventus Stadium addirittura per Italia-Spagna dello scorso mese di ottobre e il forte sostegno di Tavecchio all’elezione nel consiglio della FIFA di Evelina Christillin di fede juventina e grande amica della famiglia Agnelli.

Potrebbe essere più nobile invece il motivo che avrebbe spinto Ulivieri, presidente dell’Assoallenatori e in passato grande contestatore dell’operato di Tavecchio, a votare per la continuità.  Nel programma a medio termine di Tavecchio c’è l’intenzione di creare dei centri federali territoriali per formare allenatori,  con l’obiettivo di assegnare a ogni squadra di calcio un tecnico dotato di patentino offrendo opportunità di lavoro a quasi 1.500 allenatori in più rispetto al passato.

Magari le sensazioni degli esperti non sono fondate e la conferma di Tavecchio, potrebbe essere davvero foriera di un periodo di riforme e rinnovamento che restituiscano al calcio italiano la credibilità persa negli ultimi anni.

 

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